Il tennis azzurro è in fermento: ecco perché si sta parlando così tanto di Fabio Fognini e perché quel nome ha riacceso ricordi e aspettative.
La notizia più cliccata delle ultime ore è questa: Lorenzo Musetti si appresta a cambiare assetto tecnico. Dal 2026, al suo fianco, ci sarà José Perlas, figura di esperienza internazionale che si affiancherà all’insostituibile Simone Tartarini. Una scelta netta, pensata per alzare l’asticella: consolidare la top 10 e andare a caccia del primo titolo importante.

Perlas porta con sé un curriculum che parla da solo: nel 1998 ha guidato Carlos Moyà al trionfo al Roland Garros e ha ripetuto l’impresa nel 2002 con Albert Costa e, da capitano, ha sollevato due Coppe Davis. Negli anni ha lavorato, tra gli altri, con Guillermo Coria, Nicolás Almagro, Janko Tipsarević e Juan Carlos Ferrero, oggi mentore di Alcaraz. L’ultimo capitolo è stato con Dušan Lajović, arrivato al best ranking di n.23.
La novità, però, ha anche un sapore tutto italiano: Perlas ha già avuto una certa influenza nel movimento azzurro, avendo guidato Fabio Fognini dal 2012 al 2016, uno dei periodi più intensi e formativi del ligure.
Musetti riparte da José Perlas: esperienza d’élite accanto a Tartarini
Da qui il ritorno del nome di Fognini, che riprende a circolare perché l’uomo che ne ha accompagnato l’evoluzione tecnica rientra oggi nel cuore del progetto di un altro big azzurro.

Per Musetti è una scommessa di crescita a 360 gradi: la mano di Perlas e l’equilibrio con Tartarini, che conosce Lorenzo come nessuno, possono creare una doppia guida complementare. L’obiettivo dichiarato è restare tra i primi dieci e trasformare il talento in continuità, soprattutto nei grandi palcoscenici.
La preseason 2026 segnerà l’inizio del nuovo corso: Perlas porterà metodo, carico di lavoro e una cultura del dettaglio che ha fatto la differenza con campioni molto diversi tra loro. E mentre l’Italia del tennis si interroga sui prossimi passi, una cosa è chiara: Musetti ha scelto un profilo capace di unire tradizione vincente ed esperienza tattica. Il resto lo dirà il campo.



