Tutti parlano di Carlos Alcaraz, ma il silenzio intorno a Jannik Sinner fa rumore: una nuova scintilla nella rivalità più discussa del tennis.
Nel mondo del tennis, anche le parole fanno classifica. E così, mentre Jannik Sinner conquista tornei e si riprende la vetta del ranking Atp, c’è chi, nel silenzio dell’editoria sportiva, ha deciso di raccontare un’altra storia: quella di Carlos Alcaraz.

Il giornalista britannico Mark Hodgkinson, penna acuta e stimata, ha appena pubblicato “Carlos Alcaraz. L’uomo dietro il sorriso”, una biografia che si presenta come un vero e proprio attestato di stima e di ammirazione nei confronti del talento spagnolo, del suo mood di vita e della sua forza gentile. Un libro che scava nel lato umano del ragazzo murciano, tra sacrifici, famiglia e una leggerezza che è ormai diventata, per lui, filosofia di vita.
Tutto molto poetico, certo. Anche perché non si può certo dire che il numero 2 del mondo non meritasse un tributo del genere. Ma è impossibile non notare ciò che manca tra le righe: Hodgkinson, che in passato ha raccontato Djokovic, Federer e Murray, ha scelto di consacrare Alcaraz a numero 1 mediatico, consegnando ai lettori una biografia. Non un rigo, non una parola, invece, su Sinner.
Adesso Alcaraz vola anche in libreria
Una scelta che fa rumore, la sua, e che ben si inserisce nel contesto della loro, ormai atavica, rivalità. Perché se Alcaraz incarna la spensieratezza del genio e la leggerezza di un giovane talento che vuole vincere ma anche godersi la sua età, Sinner rappresenta l’altra faccia della medaglia: la disciplina, il silenzio, la concretezza.

Due mondi opposti, due idee di successo. E forse, per un autore che ama scavare nei sorrisi, il volto imperscrutabile di Jannik non offriva abbastanza spunti per una possibile trama. O chissà, magari ci sta già lavorando su e quanto prima anche il volto dell’azzurro sbarcherà in libreria.
Intanto, la biografia di Alcaraz è già stata celebrata dai critici internazionali come “una finestra aperta sull’anima del campione”, così come ha scritto il New York Times.



