Un nuovo riconoscimento, consapevolezza, Nazionale e la serenità che oggi vale più di tutto: Paola Egonu a tutto tondo tra passato e futuro.
Paola Egonu ha appena compiuto 27 anni e, a leggere quello che ha detto a Sportweek, sembra aver fatto pace con tutto: con il passato, con le ferite, con il ruolo ingombrante di campionessa totale. Non è cambiata, dice lei, ma è cresciuta. “Direi la Paola di sempre, che ovviamente anno dopo anno matura con le esperienze. Più di ogni altra cosa, mi sento molto grata”.

Grata per una carriera straordinaria, per il club, per la Nazionale, per le splendide esperienze che la vita le ha permesso di fare. Ma, soprattutto, per la possibilità di fermarsi un attimo e guardare il percorso fatto: “A volte bisogna anche fermarsi – ha osservato la pallavolista – per rendersi conto di quello che si è fatto. Per poi andare avanti”. Di una lucidità estrema, la campionessa di Cittadella.
L’anello ricevuto come premio per essere stata insignita atleta dell’anno da Sportweek è diventato il simbolo di questo momento. “Bellissimo, l’ho subito indossato!”, racconta sorridendo. Ma se dalla vita potesse scegliere un regalo, non avrebbe dubbi: “Non ho bisogno di niente – ha tagliato corto – Non sono una persona materialista”.
Paola Egonu atleta dell’anno ma ancora inarrestabile
Il vero desiderio è la serenità, quella calma emotiva che le ricorda i Natali da bambina, “con le giornate più lente, la famiglia, i cartoni animati”. Sul campo, però, la fame non è diminuita. Anzi. Il nuovo ruolo di capitano l’ha trasformata: “Non posso avere più solo l’ossessione verso me stessa, devo pensare a tutte”. Una responsabilità che, dice, le sta facendo amare molto di più questo sport.

Le ferite con la Nazionale, il periodo buio, la pausa: tutto metabolizzato con il tempo. “Ho solo dato tempo al tempo”, spiega. Senza rinnegare nulla, nemmeno le parole scomode sul razzismo: “No, non ritiro il fatto in sé”.
Egonu oggi è così: meno impulsiva, più centrata, ma sempre affamata. “Ogni volta che vinci devi ripartire da capo”. L’anello luccica, sì. Ma è la testa che brilla davvero.



