Il tennis ha un nuovo epicentro: ogni analisi, strategia e ambizione dei big converge su Sinner. La confessione inaspettata sul fenomeno altoatesino.
Sembra quasi un paradosso: Jannik Sinner non parla o comunque parla poco, non provoca, non si presta alle narrazioni fantasiose. Eppure, ogni volta che un grande protagonista del circuito apre bocca, l’argomento inevitabilmente finisce lì, su di lui.

È successo di nuovo con Carlos Alcaraz, che dopo la finale delle Atp Finals persa contro l’azzurro ha concesso una lunga intervista a Marca. Tema centrale? La rivalità, manco a dirlo, che sta ridisegnando gli equilibri del tennis mondiale. Il campione spagnolo non ha fatto giri di parole. Anzi, ha messo tutto sul tavolo con disarmante sincerità: “Credo che siamo entrambi ossessionati uno dall’altro”, ha detto candidamente, riferendosi appunto al suo principale competitor.
Una frase che pesa come un set perso al tie-break. Perché conferma, in estrema sintesi, quello che è il pensiero comune a molti dei protagonisti del circuito: che Sinner sia diventato, cioè, l’avversario da studiare, il modello da decifrare, il riferimento su cui tarare ogni aspetto della preparazione.
La confessione che scuote il circuito: tu chiamale se vuoi ossessioni
Alcaraz entra anche nei dettagli: “Lui ha perso due o tre partite negli ultimi due anni e la grande maggioranza sono state con me. Jannik deve vedere e pensare a cosa deve migliorare per battere il giocatore che non è riuscito a battere più volte”.

Un’analisi che, pur nella logica competitiva, finisce per disegnare un quadro preciso: Sinner è il nodo al centro di tutto. Batterlo è un obiettivo, evitarlo è impossibile.
Lo stesso spagnolo, pur avendo perso da più giocatori, ammette che ogni progresso personale passa anche da quella sfida: “Anche io penso sempre a come migliorare, così la prossima volta sarò un giocatore migliore”. Tradotto: Sinner è il metro. A questo punto, in definitiva, è evidente: tutte le strade portano davvero a Jannik.



