Tra un allenamento e una conferenza stampa, a Torino è emersa una suggestione: e se un giorno fosse proprio lui a guidare la squadra azzurra di Davis?
Matteo Berrettini, chi lo conosce ormai lo sa, non ha solo un braccio “bionico”, capace di sparare servizi supersonici e dritti imprendibili. Il tennista romano è anche dotato di un grande senso dell’umorismo.

Più volte lo ha dimostrato in passato, perfino nei momenti più bui della sua carriera, e lo si è visto anche a Torino, dove si sta preparando per la Coppa Davis insieme ai compagni azzurri. La sua ironia è venuta nuovamente fuori proprio nei giorni scorsi, quando gli è stato chiesto a bruciapelo se un giorno gli piacerebbe sedere sulla panchina dell’Italia.
L’ex numero 6 del mondo ha risposto con il suo solito mix di leggerezza e lucidità: “Volandri sta facendo un lavoro egregio – ha detto, riferendosi all’attuale capitano della Nazionale italiana in Coppa Davis – per il momento va bene così. Poi magari quando mi ritirerò”, ha sentenziato, per poi aggiungere “a 65 anni…“.
Berrettini, il futuro in panchina non è fantascienza
Una battuta, certo, ma che di colpo ha alimentato la suggestione in merito al suo futuro. Perché Berrettini, con la sua esperienza, il carisma e la capacità di tenere un gruppo unito, sembra avere tutte le qualità di un futuro capitano. Nella squadra che ha conquistato due titoli consecutivi, è da tempo una figura di riferimento, rispettata da compagni e staff.

La Davis per lui non è solo un appuntamento in calendario: è un contesto in cui ritrova energia e motivazioni. “La Coppa Davis mi ha sempre fatto bene, riesco a dare la grinta giusta al gruppo”, ha detto. E se oggi l’Italia può contare su una generazione di tennisti in piena crescita, è anche grazie a quella leadership tranquilla e positiva che Matteo incarna.
Il dopo-Volandri non è certo dietro l’angolo, insomma, ma l’idea di un Berrettini-allenatore, un giorno, non appare più così remota. Per ora resta solo una mera suggestione, lanciata tra una risata e l’altra. Ma nel tennis, si sa, anche le ipotesi più leggere sanno trasformarsi in realtà.



