Novak Djokovic racconta un aneddoto che coinvolge direttamente Jannik Sinner e accenna anche al caso Clostebol che ha coinvolto l’azzurro.
Per Jannik Sinner, Novak Djokovic ha fatto uno strappo alla regola. Il campione serbo, che di solito dopo ogni eliminazione preferisce “disintossicarsi” dal tennis per qualche giorno, ci ha provato in tutti i modi. Ma vani, a quanto pare, sono stati tutti i suoi tentativi.

Ha fatto qualunque cosa per evitare la finale del Roland Garros 2025 tra l’azzurro e Carlos Alcaraz, eppure non ci è riuscito. Anzi, è stato letteralmente costretto a guardarla, come ha rivelato nelle scorse ore nell’intervista concessa a Piers Morgan. “Quando perdo un torneo – queste le sue parole – non voglio più sentire parlare di tennis. Avevo bisogno di staccare, ma mio figlio e mia moglie volevano assolutamente guardare la finale. Ho detto: andiamo a pranzo, facciamo una passeggiata, facciamo qualsiasi altra cosa. Pensavo che la partita sarebbe durata due ore. E invece… cinque!”.
Una “lite domestica” che si è chiusa con una resa incondizionata: Djokovic, dopo aver resistito per un po’, è tornato a casa e si è trovato davanti al televisore insieme alla sua famiglia, seguendo le ultime due ore di una delle finali più spettacolari dell’ultimo decennio.
Sinner-Alcaraz manda a monte i piani di Djokovic
Del resto, era impossibile resistere: cinque set, tre match point annullati da Alcaraz e un super tie-break da batticuore che ha incoronato lo spagnolo dopo oltre cinque ore e mezza di battaglia.

Djokovic, che a Parigi si era fermato in semifinale proprio contro Sinner, ha così finito per assistere al match che non voleva assolutamente vedere. “Ho cercato di non guardare tennis per un po’ – ha aggiunto scherzando – ma la mia famiglia mi ha tradito”. L’intervista a Morgan, però, non si è fermata al divertente retroscena. Nole ha colto l’occasione per tornare sul caso Clostebol, la sostanza proibita rinvenuta in una minima traccia nel campione biologico di Sinner dopo un controllo antidoping.
“È stato tutto molto, molto strano – ha detto in merito – Se fosse stato un giocatore fuori dalla top 500, forse non avrebbe avuto lo stesso trattamento“. Parole che inevitabilmente hanno riacceso il dibattito, ma che non hanno cancellato l’ironia del racconto domestico relativo alla finale del Roland Garros.



