Non solo vittorie: Paola Egonu ha deciso di condividere con i tifosi una confessione ed anche una rivelazione del tutto inaspettate.
Paola Egonu non è solo una grandissima giocatrice di pallavolo: nel tempo è diventata un simbolo, un faro per chi vede nello sport non soltanto una sfida fine a se stessa, ma anche un veicolo di cambiamento. Nell’intervista apparsa nei giorni scorsi su GQ Italia, il suo racconto va ben oltre le schiacciate con cui ha segnato punti importantissimi: tocca temi più grandi, come l’identità, il razzismo e la responsabilità che sente nei confronti delle nuove generazioni.

La sua carriera è straordinaria: Egonu è stata eletta miglior pallavolista al mondo per il 2024, un riconoscimento che conferma il suo status di atleta di altissimo livello. Ma il suo valore, si badi bene, non si misura solo in punti e medaglie. In un momento in cui lo sport viene chiamato a parlare anche di convivenza, diversità e giustizia, Paola ha scelto di non restare in silenzio.
Ha condiviso il suo vissuto, cresciuta in un contesto dove spesso si è sentita giudicata. In più occasioni ha raccontato episodi dolorosi di razzismo e si è posta domande profonde sul senso di appartenenza. Per lei, insomma, l campo non è solo un rettangolo da dominare: è anche uno spazio simbolico in cui costruire visibilità e dare forza a chi vuole intraprendere il suo stesso percorso.
La confessione che cambia la prospettiva su Paola Egonu
Un percorso tutt’altro che facile, in cui il sacrificio si intreccia con la determinazione. Dietro ogni salto potentissimo, ogni muro difensivo, c’è un metodo di lavoro massacrante e una mentalità solidissima.

“La vita dell’atleta è solitudine – ha detto a GQ, svelando un inaspettato retroscena sulla sua vita – Se non hai la fortuna di vivere a casa, però credo che l’80% degli atleti non viva con i propri genitori, quando ti svegli, sei da sola: fai colazione, vai in palestra, torni, pranzi, torni in palestra, ceni e vai a dormire. E sei sempre sola. Sempre. E quindi succede che ti abitui, che comincia a piacerti quella solitudine”. “Nella vita dell’atleta non hai il tempo di fermarti, di piangere, di parlare – ha aggiunto – Appena c’è un problema devi reagire, andare oltre. Perché siamo abituate ad andare a una velocità molto più alta. È difficile però essere comprese sempre, perché non viviamo le stesse cose, cioè non vivono in prima persona le emozioni che vivo io. Però è importantissimo avere qualcuno che ti supporta e che ti ascolta. Sempre”.
Paola Egonu resta una campionessa assoluta, dunque, ma non solo per quello che fa sul campo: ciò che la distingue davvero è la sua sincerità, unita alla forza con cui trasforma il talento in testimonianza.



