Olivia Elliott incanta i social con un carosello da sogno: mare cristallino, design futuristico e un bikini che esalta la sua forma impeccabile.
Oltre ad essere una tennista che sembra destinata ad avere un certo successo, Olivia Elliott è una content creator che ha capito come costruire una community solida, fatta di fan che apprezzano il suo stile diretto, il suo fisico modellato dallo sport e il suo modo di raccontare i viaggi senza filtri inutili.

Chi la segue sa che alterna allenamenti intensi, tornei minori e collaborazioni con marchi sportivi con grande dimestichezza. E sa anche che quando stacca la spina, lo fa scegliendo dei posti esclusivi. Come il Shebara Resort, appunto, dove ha trascorso questa vacanza, una struttura che sorge su un’isola privata nel Mar Rosso ed parte del mastodontico progetto The Red Sea, famoso per il design avveniristico e l’idea di ospitalità ultra-sostenibile. Bungalow geometrici sospesi sull’acqua, pontili che sembrano piste di atterraggio per astronavi, un mare trasparente che pare photoshoppato anche dal vivo.
Quel genere di posto, insomma, in cui chiunque diventerebbe fotogenico senza sforzo. Figuriamoci Olivia, che mozzafiato lo sarebbe anche davanti ai cassonetti dell’immondizia.
Vacanze extralusso e bikini spaziale per Olivia Elliott
A corredo del suo carosello Instagram, si lamenta del fatto che nei caroselli si possano caricare solo 20 foto, e noi la capiamo: ogni immagine è una piccola bomba visiva. Ma quella che ha fatto più rumore è la foto in bikini, semplice, pulita, priva di artifici. Il fisico tonico, frutto di ore e ore in sala pesi, in sala cardio e in campo, parla da solo.

Nessuna posa studiata, nessuna acrobazia da influencer: solo luce buona, pelle dorata e una naturalezza che vale più di qualunque filtro. Il resto del carosello è un mix perfetto tra Olivia e Shebara: lei che cammina sul pontile infinito, lei che esplora le camere sospese, lei che ride rilassata e spensierata. Tutto molto spontaneo, molto lei.
Segno che ha un talento naturale per trasformare un viaggio in un racconto visivo che funziona. E a questo punto sì, dobbiamo ammetterlo: avremmo voluto più di 20 foto anche noi…



