Draper al fianco di Raducanu, Alcaraz sullo sfondo e Kyrgios che gongola: un nuovo inizio all’insegna di un triangolo tutto da seguire.
Nick Kyrgios, stavolta non si può proprio dire il contrario, aveva fiutato l’aria prima di tutti. “Credo ci sia un triangolo amoroso: Draper, Alcaraz, Raducanu. Forse stanno litigando per lei, ma non ne sono sicuro”, aveva detto alla vigilia degli Us Open e dell’esordio, nel torneo del doppio misto, della coppia composta dallo spagnolo e dalla britannica.
All’epoca era sembrata solo l’ennesima uscita sopra le righe del tennista australiano. Eppure, a distanza di qualche mese, quelle parole sembrano suonare quasi profetiche. Emma Raducanu, proprio nelle scorse ore, ha infatti annunciato che inizierà la sua stagione 2026 alla United Cup Tennis, e che lo farà in coppia con Jack Draper. Una scelta sportiva? Certamente. Ma anche una “combinazione” che ha subito riacceso le fantasie dei fan e il chiacchiericcio dei social.
I due britannici, entrambi giovanissimi e protagonisti di percorsi paralleli, si ritroveranno dunque a rappresentare la Gran Bretagna insieme, e sui social non si parla d’altro. che di questo.
Raducanu e Draper la coppia del momento. E Alcaraz che fine fa?
Già l’estate, del resto, aveva regalato agli appassionati del genere un piccolo romanzo mediatico: il presunto flirt tra Emma e Carlos Alcaraz, mai confermato ma ampiamente suggerito, o così almeno era parso, da sguardi e sorrisi immortalati dagli obiettivi indiscreti.
Adesso, con Draper al fianco e Alcaraz sullo sfondo, il quadro sembra perfetto per una nuova stagione all’insegna del gossip e del tennis. I tifosi, a tal proposito, si dividono: c’è chi insinua una “chimica irresistibile” e poi c’è chi, invece, difende Emma, rivendicando il fatto che si tratti di una una semplice coppia sportiva e che non ci sia, pertanto, alcun “drama” in corso.
Emma, dal canto suo, resta fedele alla sua eleganza glaciale: nessun commento, solo allenamenti, post essenziali e un sorriso che non svela nulla. Ma anche senza parole, la sensazione è chiara: Kyrgios, per una volta, ci aveva visto giusto. Forse.
