Il retroscena sulla rinascita di Matteo Berrettini lascia i tifosi senza parole: nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere.
C’era anche lei, domenica scorsa, sugli spalti di Bologna. Lei c’è sempre, del resto, quando il gioco si fa duro e suo figlio ha bisogno di tutto il supporto possibile e immaginabile. C’era pure la nuova fidanzata, Vanessa Bellini, ma la verità è che in determinate circostanze la mamma è sempre la mamma e non se ne può fare a meno.

E la madre di Matteo Berrettini, Claudia, non se l’è fatto ripetere due volte. Non solo ha partecipato con entusiasmo alla finale di Coppa Davis, ma prima ancora dell’ultimo atto ha rilasciato un’intervista a tutto tondo al Quotidiano Sportivo. Una chiacchierata che ha spostato l’attenzione su ciò che solitamente rimane fuori dall’obiettivo, ma non la solita analisi familiare: è bensì una lente, discretissima ma lucidissima, sul momento che Matteo sta vivendo.
Secondo lei, il figlio appare oggi più sereno persino rispetto a quando occupava stabilmente la top 10. Non si tratta però di una calma passiva, ha spiegato: è una serenità attiva, che nasce dalla capacità di resettare tutto nei momenti più delicati, rimettersi lì e ricominciare. Una dimensione mentale nuova, o forse ritrovata, che la madre descrive con parole nette: pronto, gagliardo, tosto, con la voglia autentica di divertirsi anche dentro la battaglia.
L’altra storia di Berrettini tra iceberg e rivelazioni
Ma il passaggio realmente rivelatore arriva dopo, quando mamma Claudia accenna a ciò di cui quasi nessuno era a conoscenza. “Tante cose ci sono state nella sua vita – ha detto – e da fuori si vede solo la punta dell’iceberg“. Il significato di questa bomba sta nel sottotesto. Se si vede solo la punta, significa che il resto è lì sotto: più grande, più complesso, più difficile da maneggiare e da comprendere di quanto molti potessero immaginare.

È anche un’indicazione preziosa, se vogliamo, per comprendere il Berrettini di oggi. Gli stop, gli infortuni, la fatica di ricominciare. La madre lascia intendere che ci siano state sfide più sottili, più profonde, che Matteo ha affrontato lontano dal clamore. E che quel tempo passato fermo, invece di limitarlo o di indurlo a desistere, lo ha costretto a lavorare ancora di più su se stesso.
Il risultato è un giocatore che non sta solo tornando: sta cambiando pelle. E forse, proprio per questo, la parte più interessante della sua storia deve ancora iniziare. O almeno è quello che ci auguriamo.



