Berrettini coach? Molto più di una semplice fantasia: ritmo, consigli e movimenti da tecnico vero hanno scatenato la fantasia dei tifosi.
Nel racconto che Carlo Alberto Caniato ha rilasciato a TennisTalker, la chiamata sarebbe arrivata dal nulla, in un pomeriggio come tanto. Gli è bastato dire “Sì” ed eccolo che, in un attimo, si è ritrovato catapultato in una settimana da protagonista insieme alla Nazionale. Non come convocato ma come sparring partner, ruolo che gli ha comunque dato la possibilità di vivere campo, spogliatoi, cene, panchina durante le partite.
Una vera e propria full immersion nell’atmosfera della Coppa Davis, dunque, che gli ha permesso di instaurare un rapporto privilegiato coi campioni guidati da Filippo Volandri. Da Lorenzo Sonego a Flavio Cobolli, a Bologna Caniato si è allenato con tutti, ma con uno di loro sarebbe scattato qualcosa di speciale: Matteo Berrettini.
“Dopo qualche punto ci siamo seduti in panchina – ha raccontato il tennista 20enne – anche con il mio allenatore, e lui mi ha dato un suggerimento sul servizio. Lui è un grande servitore e soprattutto sa come parlare ai giovani. Mi ha fatto sentire subito a mio agio. Confermo che è generosissimo, il vero uomo squadra, come si è sempre saputo”.
Berrettini coach per un giorno. E forse anche di più
Non è la prima volta che Berrettini assume, anche solo per un giorno, il ruolo di guida. Accade spesso, il che non fa altro che alimentare la suggestione di poterlo vedere, un giorno, come mentore o capitano della stessa Nazionale azzurra.
Per un ragazzo come Caniato, classe 2005 e aspirazioni da pro, quegli allenamenti con Berrettini valgono più di una wild card: sono un’occasione preziosissima, un’ispirazione, un assaggio per capire cosa significa stare al top.
E se Matteo un giorno volesse davvero passare dall’altra parte della rete, avrebbe tutte le carte in regola per farlo. Racconti come quello di Caniato a TennisTalker, del resto, ricordano proprio che, a volte, certi consigli sono più preziosi di qualunque vittoria.
