Berrettini torna sul luogo del misfatto e rivela qual è l’evento che più ha segnato la sua carriera: l’azzurro si lascia andare a dichiarazioni inaspettate.
Per qualcuno, si pensi ad esempio al nostro Jannik Sinner, Torino è sinonimo di emozioni e di trionfi. Per Matteo Berrettini, invece, resterà sempre la città in cui ha vissuto un dolore profondo. Quello legato all’infortunio che, nel 2021, lo costrinse a lasciare il campo durante le Atp Finals, nel bel mezzo della partita, la prima, che stava disputando contro Alexander Zverev.

“Ci pensavo l’altro giorno – ha raccontato il romano nelle scorse ore – qui ho vissuto forse la delusione più grande della mia vita“. E lo ha detto, guarda caso, proprio in occasione del suo ritorno nel capoluogo piemontese, dove in questi giorni si sta allenando in vista della Coppa Davis.
La scena, per chi ama il tennis, è quasi simbolica: lo stesso circolo della stampa dove quattro anni fa Berrettini provò a convivere con il dolore agli addominali è oggi il teatro del suo nuovo inizio. Accanto a lui, Lorenzo Sonego, compagno di doppio e amico, e un gruppo azzurro che lo accoglie come riferimento naturale.
Berrettini e quel ricordo che ancora brucia
Il tempo è passato, ma il ricordo di quella notte, evidentemente, è ancora vivido. E non potrebbe essere altrimenti. I colpi contro Zverev, l’infortunio, le lacrime, la resa davanti al pubblico di casa. Emozioni che Berrettini, così pare, non ha mai cancellato del tutto.

Oggi Matteo parla con la serenità di chi ha attraversato la tempesta: “Ho imparato a conoscermi, a capire quando fermarmi e quando spingere. Il fisico e la testa hanno sofferto, ma ora sento di poter dare ancora qualcosa“.
La Davis, in arrivo a Bologna, rappresenta la chiusura simbolica di un cerchio, se vogliamo. Dopo anni di dubbi e di stop, Berrettini torna a sentire il peso della racchetta come promessa, non come fatica. E forse, proprio in quella Torino che un tempo gli ha tolto tutto, sta ritrovando la parte più autentica di sé.



