Amanda Anisimova sorprende tutti a Miami con un look audace: blazer, bikini-top e minigonna. Fan in delirio per la sua trasformazione glamour.
Che Amanda Anisimova avesse un talento fuori dal comune lo sapevamo da anni. E la stagione ormai volta al termine, del resto, semmai qualcuno avesse ancora dubbi residui, lo ha confermato in maniera nettissima.
Ma che potesse trasformarsi in una presenza glamour così esplosiva era qualcosa che nessuno aveva davvero previsto. Eppure, negli ultimi giorni, la giocatrice americana ha infatti una serie di scatti che hanno letteralmente ribaltato la percezione che i follower avevano di lei: non più la ragazza acqua e sapone, sempre in kit tecnico e con la racchetta in mano, ma una donna dalla sensualità prorompente e dallo stile deciso.
Il cuore della metamorfosi è arrivato a Miami, durante un evento mondano in cui Amanda si è presentata con un outfit studiato per non passare inosservata: il blazer nero, portato aperto, lasciava spazio a un bikini-top senza ferretto né supporto, capace di valorizzare un lato A importante che i fan conoscevano già ma che mai avevano visto esaltato in questo modo. A completare il look, una minigonna a vita alta. Letale anch’essa, sì.
Miami scopre la nuova Amanda: sensualità e stile da capogiro
Accanto a lei, in una foto, è apparsa anche la collega e amica Olivia Elliott: La coppia ha catalizzato l’attenzione e le foto insieme, manco a dirlo, hanno fatto il giro dei social in poche ore.
I commenti dei follower parlano chiaro e ci dicono che la sorpresa è stata generale. Amanda ha sempre preferito look funzionali alla performance sportiva, ma quando decide di giocare con stile e sensualità riesce a stupire con una naturalezza disarmante.
Questa nuova immagine ha aperto una finestra diversa sulla sua personalità: più matura, più sicura, più consapevole della propria femminilità. E non è un caso che engagement e follower siano immediatamente aumentati: la nuova Anisimova sembra pronta a imporsi non solo sui campi da tennis, ma anche nella scena social.
