Non esiste un mondo perfetto dove tutto nasce e si sviluppa all’interno di precise regole sempre e comunque rispettate da tutti. Il tennis non è un’eccezione, non può esserlo.
L’effetto del fenomeno Jannik Sinner ha avuto, ha e continuerà ad avere un’infinità di positivi effetti collaterali nei più diversi ambiti. Il più elementare è stato l’avere avvicinato, anche soltanto televisivamente, una sterminata platea di persone al tennis.
Proprio il tennis, da sempre ritenuto sport d’élite, è divenuto popolare come il calcio. Forse ancor più grazie all’effetto Jannik Sinner. Il tennis come nuova ‘febbre sportiva’ che ha prodotto, però, anche immediati effetti collaterali e questa volta non certo positivi.
Il tennis come il calcio, forse anche più. E come il calcio il tennis può offrire volti che nulla hanno a che fare con lo sport ma molto con le indagini di qualche Procura. Lo sport di Jannik Sinner non sempre ha il suo medesimo volto pulito.
“Offro un entusiasmante lavoro part-time per persone che hanno familiarità con le regole del tennis. Pagamento da 50-70 euro a partita. Tutto ciò di cui hai bisogno per fare il lavoro è un telefono“.
Un’offerta di lavoro tra tante, allettante e con buoni guadagni. Peccato, però, che su questa offerta di lavoro la Procura di Roma abbia aperto un’indagine sul 35enne russo, autore dell’annuncio, per “la presunta organizzazione di scommesse clandestine“, come riportato da tgcom24.mediaset.it.
Grazie al suo annuncio l’indagato si circondava di ‘disturbatori’ assoldati con il preciso compito di far commettere errori al tennista impegnato sul campo al fine di condizionare il match stesso. Il 35enne russo, per il quale è stato richiesto il rinvio a giudizio, è stato ‘sorpreso’ durante gli ultimi Internazionali di Roma intento ad utilizzare “un’app non autorizzata” per effettuare scommesse.
Il quotidiano romano Il Messaggero ha fornito ulteriori dettagli riguardo tale indagine. Il soggetto ora indagato cinque anni fa avrebbe pubblicato un annuncio online per reclutare disturbatori da inviare poi nelle diverse sedi dei tornei:
“Orari e impiego flessibili a seconda della sede del torneo. Tutti i biglietti per il torneo sono disponibili e ve li inviamo prima della partita, copriamo anche altre spese in anticipo. Compenso: “da 50 a 70 euro a partita, da una a cinque partite al giorno”.
L’indagato si definisce un courtsider, un osservatore a bordo campo che, attraverso il suo cellulare, fornisce in tempo reale informazioni agli scommettitori. Tutto legale, invece, secondo il suo avvocato che fa chiaro riferimento a quanto avviene in Inghilterra in tema di scommesse:
“Un fermo che lascia perplessi, e che nasce, temo, da una scarsa conoscenza del sistema anglosassone delle scommesse. All’estero non si gioca solo sulla vittoria o sulla sconfitta: si può scommettere su un punto, su un game, su un set, su un match point”.
Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi riguardo un’altra ennesima brutta pagina di sport.
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