Confessione choc di Aryna Sabalenka, aveva una dipendenza ed ora l’ha superata: ecco cosa è emerso nelle ultime ore
Allo US Open, Aryna Sabalenka si è confermata regina del circuito femminile conquistando il suo quarto titolo slam in carriera, il secondo sul cemento di Flushing Meadows dopo quella vinto lo scorso anno rovinando la festa a Jessica Pegula. La 27enne bielorussa ha dimostrato per l’ennesima volta di meritarsi la prima piazza del ranking sbaragliando la concorrenza con una facilità quasi disarmante. Una superiorità meglio spiegata dal dato che ci racconta di un solo set perso in sette partite disputate.
Anche in finale, la “Tigre di Minsk” si è rivelata semplicemente glaciale. Il punteggio di 6-3, 7-6(3) – maturato in 1 h e 36 minuti – con il quale si è imposta sulla padrona di casa Amanda Anisimova (numero quattro al mondo) rende bene l’idea di quanto il match abbia avuto davvero poca storia. Insomma, Aryna ha lanciato un messaggio chiarissimo alla concorrenza in vista del finale di stagione: resta lei la giocatrice da battere, e chiunque vorrà cercare di impensierirla dovrà presentarsi al massimo della condizione.
Intanto, oltre che per lo strapotere in campo, Sabalenka sta facendo parlare di sé in questi giorni anche per alcune rivelazioni rilasciate durante un’intervista al podcast di Jay Shetty su YouTube. Le sue parole hanno generato stupore e commozione tra appassionati ed addetti ai lavori. Riguardano fatti del recente passato, un momento duro vissuto dalla tennista prima di tuffarsi nel grande splendore attuale.
Più precisamente, Sabalenka ha raccontato di aver seguito un percorso con una psicologa nelle fasi iniziali del suo cammino nel mondo della racchetta. «Ci ho lavorato per quattro o cinque anni. All’inizio della mia carriera abbiamo fatto molte cose, ma mi sono resa conto che dipendevo troppo da lei. Mi aspettavo che risolvesse i miei problemi e continuavo a ripetere lo stesso errore», ha rivelato la bielorussa.
In pratica, Aryna, si era totalmente affida a lei. «Questo mi faceva arrabbiare e a un certo punto ho deciso. ‘Ok, devo assumermi la responsabilità delle mie azioni’. Lì ho smesso di lavorare con la psicologa ed è stato il momento in cui ho iniziato a conoscere me stessa, ho capito chi ero. Ho iniziato a controllare molto meglio le mie emozioni e mi sono sentita più equilibrata, assumendomi responsabilità», ci ha tenuto a sottolineare.
Sabalenka ha infine spiegato che anche il trionfo allo US Open è in parte figlio della scelta di mettere fine alla “dipendenza” creatasi con la psicologa. E adesso: «Essere in grado di lottare e gestire le mie emozioni come ho fatto in questa finale significa molto per me. Sono orgogliosa di me stessa».
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